Tecnologia e vita quotidiana:
una relazione complessa

L’indagine annuale WIN World Survey, realizzata a livello internazionale da WIN e da BVA Doxa per l’Italia, mostra come sia diminuita la preoccupazione per la privacy dei dati.

Su scala globale, gli intervistati che si dichiarano spaventati per la condivisione delle proprie informazioni personali sono il 45% rispetto al 48% della rilevazione precedente. Positivo l’impatto con l’innovazione tecnologica. Aumenta la consapevolezza sull’utilizzo dei propri dati una volta diffusi nel Web.

39 Paesi nel mondo, per un totale di 28.702 intervistati, sono stati i protagonisti dello studio annuale condotto da WIN – Worldwide Independent Network of Market Research di cui BVA Doxa è socio fondatore – sul tema dell’utilizzo quotidiano della tecnologia.

I dati emersi analizzano le opinioni di circa 29 mila persone riguardo l’uso dei social media, dimostrando, in particolare, come nell’ultimo anno sia diminuita la paura legata alla violazione della privacy dei dati. In Italia, il 35% degli intervistati si dichiara preoccupato di condividere le proprie informazioni digitali, il 10% non lo è per nulla.

Il 22% degli intervistati a livello globale, si è detto completamente d’accordo con l’affermazione secondo cui “i social media stanno stravolgendo completamente le nostre vite”, in particolare la Croazia (80%), la Slovenia (75%) e la Serbia (47,1%) sono i Paesi a sentirsi più impattati dal cambiamento. Mentre altri paesi europei come Francia (53%) e Germania (51%) confermano questa sensazione, l’Italia (30%) non sembra particolarmente preoccupata di quanto i social network stiano condizionando la nostra quotidianità.

Nonostante le persone abbiano sentimenti contrastanti riguardo l’argomento, l’uso della tecnologia nella vita quotidiana è innegabile. Il 45,3% degli intervistati a livello globale (l’Italia nella media con il 45%) concorda sul fatto che le nuove tecnologie aiutino a essere più organizzati nella vita di tutti i giorni e soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni si dichiarano, per il 51,5% totalmente d’accordo (in prevalenza gli uomini per il 47,4% vs. il 43% delle donne).

Rispetto alla rilevazione precedente, crescono al 35% quanti si ritengono consapevoli dell’uso che viene fatto delle informazioni personali una volta condivise. Gli Italiani, con un 44% che spicca nella classifica globale, si dimostrano particolarmente informati sull’uso che fornitori di servizi, inserzionisti, rivenditori, assicuratori, enti pubblici, per citarne alcuni, fanno dei loro dati una volta ricevuti.

Si è registrato anche un calo, su scala globale, di coloro che si sono detti preoccupati di condividere le proprie informazioni: se un anno fa si trattava del 48% degli intervistati, nell’ultima indagine il dato è sceso al 45%. Segue la tendenza anche l’Italia, dove la preoccupazione relativa alla condivisione dei dati è passata dal 45% del 2019 al 35% dell’ultima rilevazione.

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