PMI italiane sulla via della digital transformation, ma occorre accelerare un’evoluzione necessaria

PRINCIPALI HIGHLIGHTS DELLA RICERCA:

  • Il 48% delle aziende ha fatto ricorso allo smart working e il 98% ha un canale di comunicazione digitale, il 31% ha rivisto i processi interni finalizzati alla trasformazione digitale, mentre l’83% non utilizza alcun canale eCommerce
  • E’ prioritario accompagnare la spinta alla digitalizzazione innescata dalla pandemia favorendo lo sviluppo di competenze specifiche e l’accesso alle risorse digitali

La pandemia ha sicuramente contribuito a imprimere un’accelerazione nell’adozione della tecnologia da parte di aziende e professionisti italiani riducendo il gap rispetto a molti altri Paesi. E’ tuttavia fondamentale promuovere ulteriormente questa trasformazione in senso digitale aiutando le PMI a sviluppare competenze necessarie, evolvere i propri processi e capire come trarre il massimo beneficio dalle nuove tecnologie. E’ quanto emerge dall’Osservatorio PMI di American Express in collaborazione con BVA Doxa: un’indagine condotta su figure apicali di 300 piccole e medie imprese italiane operanti in diversi settori e su tutto il territorio nazionale, che offre una fotografia sul livello di digitalizzazione delle nostre aziende.

L’indagine condotta da BVA Doxa per conto di American Express mette in luce come negli ultimi due anni la maggior parte delle PMI (66% degli intervistati) dichiari di avere avuto delle perdite anche importanti, attorno ad un quarto del business, anche se c’è un 20% che è riuscito a crescere, in particolare le aziende operanti in settori favoriti dalla pandemia. Nel percorso verso il recupero della competitività, l’evoluzione digitale, sicuramente accelerata ma ancora da consolidare, rappresenta una grande opportunità che le nostre PMI devono massimizzare per tornare a crescere.

LA RELAZIONE TRA PMI E SMARTWORKING
Durante la pandemia, aziende e professionisti hanno continuato a essere produttivi soprattutto grazie allo smart working, una modalità di lavoro poco utilizzata prima della crisi. Secondo lo studio American Express/BVA Doxa, il 48% delle PMI intervistate è ricorsa a questa modalità proprio in relazione all’epidemia: infatti, solo il 6% del campione aveva già programmato di implementare il lavoro agile.

Il 31% delle aziende ad aver rivisto anche i processi interni finalizzati alla digital transformation, mostrando così una forte propensione a un cambio di passo verso il digitale, e appena il 20% ha aderito a nuovi servizi dedicati al networking. Due terzi delle aziende dichiara infatti di non far parte di nessun consorzio o rete di imprese ed in particolare appare bassissimo il collegamento con i consorzi di ricerca scientifica e tecnologica, che riguarda il 5% delle PMI.

E-COMMERCE ANCORA CONTENUTO
Anche l’utilizzo dell’e-Commerce risulta al momento contenuto, nonostante il 48% degli intervistati (il dato sale per le aziende manifatturiere e agricole) abbia dichiarato di svolgere attività di export e che il 19% sia intenzionato a farlo in futuro. Infatti, il 17% delle aziende fa ricorso al commercio elettronico; 2 aziende su 10 sono però interessate ad implementare il commercio online, e il dato raddoppia se si considerano le aziende operanti nel commercio.

GLI INVESTIMENTI TECNOLOGICI PER AIUTARE LA CRESCITA
Per accelerare la digital transformation è fondamentale incrementare gli investimenti dedicati alla tecnologia. Secondo quanto dichiarato dalle imprese, il 60% alloca meno di 10.000 euro all’anno per le dotazioni digitali (escludendo le spese per l’hardware), da 10.000 a 20.000 euro nel 30% dei casi. Una forte spinta all’innovazione riguarda solo l’8% delle PMI che investe oltre 30.000 euro all’anno.

Gran parte di questi investimenti in tecnologia vengono però dedicati alla gestione digitalizzata dei documenti, nel 70% dei casi, ai social media per il 62%, quindi in generale a voci “necessarie” più che strategiche. I social media sono anche considerati dal 64% delle aziende gli strumenti digitali più utili. A seguire, gli investimenti vengono destinati all’e-Government e alle interazioni online con le PA (51% delle aziende), alla cybersecurity (50% delle PMI, quindi 1 azienda su 2) e alle tecnologie cloud (40% degli intervistati).

AZIENDE IN RETE
Il 98% delle PMI ha almeno un canale di comunicazione digitale. In particolare, il 96% ha un sito o un’app aziendale, e il 68% un profilo social, che però vengono utilizzati prevalentemente per far conoscere il proprio brand e i propri servizi e non per aumentare il business, ad esempio generando contatti commerciali o partnership o targhettizzando l’offerta e fidelizzando i clienti. Probabilmente è per questa ragione che il canale social più utilizzato dalle PMI è Facebook (91%), seguito da Instagram (36%), mentre Linkedin si ferma al 28%, e YouTube rimane ancora periferico (4%).  Permane però ancora un 11% di imprese prive di un sito Internet.

Quasi un’azienda su due (44%) ha invece fatto investimenti in campagne digital, e per oltre due terzi (36%) si tratta di un’esperienza recente, fatta negli ultimi 2 anni, mentre un ulteriore 13% è interessato a fare comunicazione digital.

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