Osservatorio Vacanze Italiani 2015

Un turismo di quasi dieci milioni di persone, oltre il 16% delle famiglie italiane, che se solo trovassero servizi adeguati varrebbe 27,8 miliardi di Euro pari all’1,75% del PIL nazionale.

Sono quasi dieci milioni, il 16,4 % delle famiglie italiane, gli italiani che in vacanza riscontrano problemi di accessibilità, un esercito di turisti che se trovassero servizi adeguati genererebbero un impatto diretto sul PIL di 11,7 miliardi di Euro (0,74% di quello nazionale) e una spesa indiretta incluso l’indotto di 27,8 miliardi di Euro (1,75% del PIL). Sono i primi e più rilevanti dati che emergono dall’undicesima edizione dell’Osservatorio Europcar che ogni anno, con Doxa, fotografa gli stili di vacanza degli italiani, fornendo importanti spunti per l’intera filiera del turismo.

Il dato più sorprendente dalla ricerca Doxa Europcar è il peso delle famiglie numerose e con bambini piccoli, nonché quello dei turisti con animali al seguito che rappresentano oltre il 50% della richiesta di accessibilità. La prima categoria è in realtà composta da un esercito di 3,8 milioni di persone, mentre i proprietari di pet, spesso neppure considerati tra i target “accessibili” veri e propri, da 1,8 milioni. Anzi è proprio chi si muove con bambini piccoli (74%), i nuclei numerosi (85%), i padroni di cani e gatti (78%) a lamentare di aver riscontrato atteggiamenti di incomprensione, se non proprio ostili durante le loro vacanze.

 

Il 16,4% delle famiglie italiane dichiara dunque di avere, in vacanza, esigenze di infrastrutture per i bambini (31%), assistenza sanitaria (27%), mentre il 23% richiede una specifica accessibilità alle strutture e il 22% la richiede durante il viaggio o gli spostamenti; una percentuale importante, il 21%, richiede, infine, infrastrutture per animali. Spicca la richiesta di assistenza sanitaria che è espressa da tutti i target.

Spesso è proprio all’inizio del viaggio che si incontrano i primi problemi. A pagare il prezzo più alto dell’insoddisfazione per la mancanza di un supporto adeguato da parte dei vettori è il treno (46% degli intervistati si dichiara per nulla o poco contento) che paga però, anche le carenze infrastrutturali di molte stazioni con ancora troppi gradini, dislivelli e passaggi stretti di vario genere, nonostante gli indubbi sforzi di ammodernamento. Passa l’esame nel complesso l’aereo (bocciato solo dal 18% degli intervistati) con un 56% di gradimento.

Una volta giunti a destinazione, su cosa dovrebbero concentrarsi principalmente gli operatori turistici? Per prima cosa sull’eliminazione delle barriere architettoniche, richiesta dal 63% degli intervistati: un tema che non riguarda esclusivamente i portatori di disabilità fisiche o sensoriali (76%) e i senior (73%), ma anche i malati cronici (74%), le famiglie con bambini piccoli (59%) e, dato abbastanza sorprendente, anche chi viaggia con animali (67%). Il problema non si pone solo in termini di accessibilità a strutture culturali, alberghiere o di ristorazione ma anche è soprattutto come percorsi interni alla destinazione. Spesso nelle destinazioni si trovano strutture accessibili ma percorsi di collegamento che non lo sono. Al secondo posto sul monitoraggio della reale esistenza e qualità dei servizi offerti (lo chiedono il 77% dei malati cronici, il 74% delle famiglie con più bambini e il 68% delle persone con disabilità) e, a seguire, sulla formazione degli operatori, intesa non solo come competenza e preparazione per affrontare problemi specifici, ma anche come capacità di fornire indicazioni utili e aggiornate sulla accessibilità di un museo o sulla presenza di uno spazio giochi per bambini nell’albergo, fino ad arrivare alla richiesta di guide specializzate (55%).

Emerge con forza l’importanza dell’informazione quale fattore abilitante dell’accessibilità. Tutti i target presi in esame chiedono informazioni specifiche per l’organizzazione delle vacanze: e se internet in generale (64%) e i siti di enti pubblici nello specifico (40%) restano le fonti privilegiate e più utili, è forte il valore del passaparola tra amici e parenti (39%) soprattutto per la sua capacità di veicolare e di trasmettere quella componente immateriale del servizio che riguarda in genere l’accoglienza e che si traduce in cortesia, attenzione, professionalità degli operatori.

È significativa, invece, la tendenza a cambiare completamente luogo di vacanza (39%), segno non tanto o non solo di insoddisfazione ma di ricerca continua di situazioni sempre più confortevoli o adatte ai propri bisogni. In ogni caso, il cliente con esigenze di accessibilità non si fidelizza facilmente ma, al contempo, può diventare a sua volta un ottimo veicolo di affidabilità e riconoscibilità. Sono soprattutto le famiglie numerose a cambiare località (51%), seguono, ma ben distaccati, i proprietari di pet (40%) e le famiglie con bambini piccoli (38%); più fedeli, comprensibilmente, le persone con disabilità (45%) e i malati cronici (41%), che tornano più facilmente dove sanno di poter contare su assistenza e strutture senza barriere.

Nell’anno di Expo, non poteva mancare nell’Osservatorio Europcar una sezione dedicata alla manifestazione milanese: il 22% delle famiglie con particolari esigenze legate al turismo ha già svolto una ricerca sulla possibilità di visitare i padiglioni senza particolari problemi – ricavandone un’opinione positiva o molto positiva nel 59% dei casi – mentre il 41% dichiara che farà una visita sicuramente o molto probabilmente (in linea con il dato generale del 42 % della popolazione italiana).

Un altro macro-dato che emerge dalla ricerca Doxa per Europcar è il giudizio mediamente positivo sull’Italia, che si difende anche a livello internazionale. Sebbene l’offerta turistica sia ancora deficitaria sull’accessibilità, per quasi la metà degli intervistati (49%) nel nostro Paese è cresciuta l’attenzione su questi temi (solo il 15% dice il contrario) e il confronto con l’estero non ci penalizza: per il 20% l’Italia è meglio, per il 38% la situazione è più o meno uguale. I servizi specializzati sono cresciuti in qualità per il 55% delle famiglie con bambini piccoli, per il 52% delle persone con qualche disabilità e per il 50% degli anziani e dei proprietari di pet. Più severo il giudizio delle famiglie numerose che dicono che tutto è uguale al passato per un complessivo 61%.

Il dato più interessante e che lascia sicuramente ben sperare più di ogni altro è quello relativo alle intenzioni di vacanza per l’estate 2015. Il trend debolmente crescente iniziato nel 2013 e consolidatosi nel 2014 fa registrare quest’anno una decisa impennata: gli italiani che prevedono di fare almeno un periodo di vacanza durante la stagione estiva erano 44% 2 anni fa, 46% l’anno scorso e sono addirittura il 54% quest’anno. In leggera contrazione (da 22 a 18%) le previsioni di vacanza all’estero, stabili quelle in Italia, in lieve aumento gli “indecisi”, che non sanno ancora con certezza la mèta delle proprie vacanze, probabilmente in attesa di offerte dell’ultimo momento.

In Italia salgono la Puglia e la Sicilia, mentre tra le mète straniere salgono la Francia e l’America del Sud.

Per quanto riguarda l’evento del momento, l’EXPO di Milano, coloro che dichiarano di visitarlo sicuramente/probabilmente sono il 42%, con un picco del 52% al Nord-Ovest e 33-34% al Centro-Sud-Isole.

Paolo Colombo
Direttore di ricerca di Doxa e responsabile delle ricerche quantitative Osservatorio Europcar-Doxa

 

 

Foto di matte rocks

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