Oltre 7 Italiani su 10 rimpiangono la routine perduta: il sondaggio di BVA Doxa per l’UNHCR che lancia la campagna “Fantastica Routine”

A causa del COVID-19 abbiamo perso molte certezze e, se prima della pandemia la routine veniva spesso sottovalutata, oggi ci rendiamo conto di quanto invece fosse “fantastica” la normalità. Anche andare a scuola non è più scontato, ma senza istruzione nessun bambino può avere un futuro. Alla luce di queste considerazione, è duplice l’obiettivo della campagna “Fantastica Routine” promossa dall’Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR) per la quale BVA Doxa ha condotto il sondaggio “La routine degli Italiani al tempo della pandemia”: da un lato si vuole stimolare una riflessione sull’importanza delle certezze della routine quotidiana, proprio come l’istruzione per i bambini, dall’altro la campagna punta a raccogliere fondi per ricostruire 4000 scuole nel Sahel, un’azione che aiuterebbe 700mila bambini rifugiati a tornare a scuola.

QUANTO CI MANCA LA “FANTASTICA ROUTINE”? – Sicuramente tanto, dal momento che oltre 7 Italiani su 10 (75%) vorrebbero decisamente tornare alla vita di prima e più di 8 su 10 (85%) ha trovato difficile adattarsi alle limitazioni imposte dalla pandemia. Un dato che non ci lascia del tutto sorpresi, visto il particolare momento storico che stiamo vivendo, ma che assume un significato diverso se confrontato con la visione che gli Italiani avevano della routine qualche anno fa: nel 2013, il 35% dei nostri connazionali (quasi 18 milioni di Italiani) dichiarava che avrebbe immediatamente cambiato vita se solo avesse potuto. Se prima della pandemia la routine era considerata in qualche modo noiosa e scontata, oggi invece viene fortemente rivalutata e desiderata. È quanto emerge dal sondaggio “La routine degli Italiani al tempo della pandemia”, realizzato da BVA Doxa per l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) che oggi lancia la campagna “Fantastica Routine”, volta a stimolare una riflessione sulla routine quotidiana e a raccogliere fondi da destinare all’emergenza umanitaria ed educativa in corso nel Sahel. Dal 24 gennaio al 14 febbraio, donando via sms o chiamando il 45588, ciascuno di noi potrà aiutare 700 mila bambini rifugiati nel Sahel a tornare scuola, ricostruendo 4000 scuole distrutte.

IL COMMENTO DI LAURA IUCCI, DIRETTRICE DELLA RACCOLTA FONDI DI UNHCR ITALIA – “Già nel 2012 e nel 2013, con la campagna ‘Routine is fantastic’ abbiamo provato ad offrire una chiave di lettura in positivo della nostra quotidianità, troppo spesso sottovalutata, e invitato tutti a immedesimarsi con i rifugiati che da un momento all’altro perdono tutto, la casa, il lavoro e gli affetti.  Ma forse mai come oggi questo appello ci sembra coerente e appropriato perché adesso forse possiamo tutti capire meglio quanto siano fondamentali le certezze, soprattutto l’istruzione dei bambini, una indispensabile routine”.

TRA SPERANZE E PAURE – È un’Italia che oscilla tra paura e speranza quella fotografata dalla ricerca BVA Doxa per UNHCR: il 49% degli intervistati si sente preoccupato per il futuro che si presenta incerto, mentre il 40% si pone tutto sommato sereno e fiducioso verso tempi migliori che di sicuro arriveranno; infine l’11% si dichiara fortunato per avere delle certezze e una stabilità. Del resto, il 25% degli Italiani sostiene che in questa fase difficile della nostra storia ha scoperto nuovi aspetti importanti della propria personalità; il 15% è riuscito anche ad adattarsi facilmente e a sfruttare questo momento per una crescita personale.

La pandemia ha cancellato molte certezze, colpendo in particolare alcune categorie di persone: la maggior parte degli intervistati ha affermato di sentirsi più solidale soprattutto verso chi ha perso il lavoro e la stabilità economica. Gli anziani, i medici e il personale sanitario, i bambini che non hanno frequentato la scuola, i rifugiati e le persone più vulnerabili sono al centro delle preoccupazioni della maggioranza degli intervistati.

Certamente i ritrovi in famiglia e con gli amici sono in vetta alla classifica delle consuetudini che mancano di più, a pari merito con i viaggi, seguiti subito dopo dagli abbracci. Negli ultimi mesi di restrizioni, navigare su internet è stata invece l’attività preferita dagli italiani, seguita dai film e dalle serie TV.

UNA NUOVA ROUTINE: PIÙ VALORE ALLE PICCOLE COSE, MENO SPRECHI – Quasi 9 Italiani su 10 (88%) pensano che, una volta finita l’emergenza COVID-19, la routine cambierà completamente. Oltre la metà degli intervistati (53%) afferma che, dopo questa esperienza, apprezzerà di più le certezze e le piccole cose della vita, senza dare più nulla per scontato; il 21% dichiara anche che cercherà di ridurre al massimo gli sprechi. Infine, il 20% sostiene che non si farà più prendere dalla frenesia del lavoro e degli impegni quotidiani e che dedicherà più tempo agli affetti e alle cose veramente importanti, mentre il 6% afferma che dedicherà più tempo anche alle persone più vulnerabili.

L’IMPEGNO DI UNHCR PER GARANTIRE ACCESSO ALL’ ISTRUZIONE – Nel Sahel l’ondata di violenza da parte dei gruppi armati estremisti, unita al COVID-19, ha comportato l’uccisione di molti insegnanti e il rapimento degli studenti da arruolare nella guerriglia; gli attacchi alle scuole o l’uso degli edifici scolastici per scopi militari sono diventati pratiche comuni nella regione, determinando la chiusura e la distruzione di oltre 4.000 edifici scolastici. I fondi raccolti saranno destinati alla costruzione o ristrutturazione di scuole e altri spazi didattici, per l’organizzazione della didattica a distanza, per la formazione degli insegnanti, per dare supporto psicosociale e per la fornitura di acqua, gel disinfettanti e altri dispositivi per la prevenzione del virus. Tutti possono contribuire con una donazione da rete fissa o SMS al numero solidale 45588 dal 24 gennaio al 14 febbraio 2021.

 

Come spiegato da Paolo Colombo, ricercatore di BVA Doxa, in un’intervista a Repubblica.it, durante questa pandemia “gli italiani hanno saputo tirare fuori la loro resilienza e adattabilità, riscoprendo il valore delle piccole cose e della socialità, dalle cene in famiglia e con gli amici, ai viaggi a un gesto semplice come quello dell’abbraccio. Avere molto tempo a disposizione ha portato le persone a una maggiore introspezione, con un’attenzione crescente a emozioni e sentimenti, compresa la solidarietà. Per molti questo periodo è stato l’occasione di scoprire, nel caso dei giovani, e nel riscoprire, nel caso degli adulti, le piccole abitudini quotidiane, senza dare nulla per scontato”.

Leggi qui l’intervista su Repubblica.it

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