Nel 2019 il 55% degli italiani ha dichiarato di non aver effettuato alcuna donazione nei 12 mesi precedenti, un dato in crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2018. In questo contesto, la tendenza al ribasso ha coinvolto sia le donazioni informali – destinate a realtà senza scopo di lucro organizzate o del tutto informali – sia le donazioni rivolte a organizzazioni non-profit.
Con l’avvento della pandemia si è però imposto un nuovo scenario, con il 30% di italiani – pari a 13/15 milioni di individui – che ha effettuato almeno una donazione nei mesi di marzo e aprile per necessità determinate dall’emergenza Covid-19. Durante questi mesi, solo l’8% delle donazioni è passata dall’intermediazione delle ONP, mentre la restante parte è stata elargita direttamente ai beneficiari, Protezione Civile, ospedali e operatori socio-sanitari in primis.
Questo è quanto emerge da Italiani Solidali 2019, il monitoraggio continuativo di BVA Doxa sul mondo del non-profit e delle organizzazioni solidali in Italia inaugurato nel 2001, e dall’indagine tracking BVA Doxa sulle opinioni e previsioni degli italiani all’epoca del Coronavirus, nell’ambito della quale è stato registrato anche il trend delle donazioni, in particolare informali, effettuate dagli italiani nel periodo della massima emergenza sanitaria.
LO SCENARIO PRE-COVID: DONATORI INFORMALI IN CALO – Dal confronto tra i dati raccolti nel 2019 e quelli rilevati nella precedente edizione di Italiani Solidali emerge una tendenza al ribasso per tutte le forme di donazione informale considerate dalla ricerca. Nel complesso, scende dal 44% al 41% la quota di italiani che, nel 2019, ha dichiarato di aver fatto almeno una donazione informale. La tipologia di donazione informale che ha risentito maggiormente del decremento – meno 4 punti percentuali, dal 33% al 29% – è quella delle offerte alla Messa, che rappresenta peraltro la parte maggioritaria di tutte le donazioni informali degli italiani. L’unico incremento registrato si riferisce alle donazioni per le scuole: dall’1,3% del 2018 si passa al 2% del 2019.
NEL 2019 CRESCE LA QUOTA DI CHI NON FA DONAZIONI – Questa generalizzata tendenza al ribasso non riguarda solo le donazioni informali, ma accomuna tutti i donatori italiani. L’unico insieme di rispondenti che incrementa tra il 2018 e il 2019 – passando dal 51% al 55% – è quello di coloro che dichiarano di non aver effettuato alcuna donazione nei 12 mesi precedenti. Diminuiscono, invece, tutte le altre componenti del campione, sia i “forti donatori” – ovvero coloro che donano sia a ONP che informalmente, che scendono dal 23% del 2018 al 22% del 2019 – sia coloro che si dedicano esclusivamente all’uno (donazioni solo a ONP, con calo dal 5% del 2018 al 4% del 2019) o all’altro tipo di donazione (donazioni solo informali, con perdita di due punti percentuali, passando dal 21% del 2018 al 19% del 2019).
L’IDENTIKIT DEI DONATORI ITALIANI PRE-COVID – Rispetto al profilo socio-demografico dei donatori italiani, anche nel 2019 si confermano alcune importanti differenze tra i donatori a ONP e i donatori informali. Dal punto di vista del genere, rispetto alla distribuzione della popolazione complessiva, i donatori a ONP mostrano una maggiore presenza femminile (60%), ulteriormente sopravanzata dalla componente femminile presente tra i donatori informali (62%). Per quanto riguarda le classi d’età, più di 1 donatore informale italiano su 2 (il 52%) risulta avere almeno 55 anni, a fronte di un peso di questa classe tra i donatori a ONP che non supera il 44%. Al contrario, nella fascia tra i 35 e i 54 anni prevalgono i donatori a ONP (44% vs il 37% dei donatori informali). Gli italiani più giovani, di età compresa tra i 15 e i 34 anni, sono invece sottorappresentati in entrambe le categorie di donatori (solo circa 1 su 10, sia tra i donatori a ONP che tra i donatori informali). Anche dal punto di vista del livello d’istruzione i due gruppi di donatori si differenziano in modo marcato: tra i donatori a ONP le persone maggiormente istruite raggiungono il 62%, mentre si fermano al 56% tra i donatori informali.
L’IMPORTO ANNUALE DELLE DONAZIONI – Anche nel caso dell’ammontare medio annuo delle donazioni, la tendenza al decremento accomuna le donazioni medie complessive di entrambe le tipologie di donatori, pur mantenendosi una forte distanza tra gli importi dichiarati: la donazione media annuale riferita dai donatori a ONP nel 2019, infatti, è pari a più del doppio (66 euro) della donazione media annuale dei donatori solo informali (29 euro); ma soprattutto quest’ultima mostra un decremento più accentuato – da 35 a 29 euro – rispetto alla sola perdita di 1 euro in media, da 67 a 66, per i donatori a ONP.
LE CAUSE PIÙ SENTITE DAI DONATORI INFORMALI ITALIANI – A fronte di un decremento piuttosto generalizzato registrato nella propensione alla donazione per la maggior parte delle cause di solidarietà sondate da Italiani Solidali, nel 2019 i donatori informali italiani si sono dichiarati pronti a donare per le seguenti cause: ricerca medico-scientifica (46% vs 54% del 2018), lotta contro la povertà sia in Italia (21%) sia nel mondo (15%) e sostegno all’infanzia in Italia (15%) e nel mondo (19%).
UN NUOVO SCENARIO: L’AVVENTO DELLA PANDEMIA – In occasione della prima settimana (20-24 marzo) di rilevazione del tracking BVA Doxa sull’impatto del Coronavirus, 1 italiano su 4 ha dichiarato di avere già effettuato una donazione sulla spinta delle difficoltà generate dalla pandemia, e una percentuale simile (26%) ha risposto di non averne ancora effettuate, ma di contare di farne in futuro. Nel corso della sesta settimana di rilevazione (1-4 maggio), che ha raccolto i dati riferiti a donazioni effettuate nel mese di aprile, la quota di italiani che ha dichiarato di avere già effettuato una donazione a seguito dell’emergenza sanitaria è salita al 35%, con una corrispondente diminuzione di coloro che intendevano farlo in futuro (18%). Considerando nel complesso le risposte rilevate dalla prima e dalla sesta wave, si può affermare che il 30% degli italiani – corrispondente a circa 13/15 milioni di individui – ha effettuato almeno una donazione nei mesi di marzo e aprile per necessità determinate dalla pandemia. Rispetto alla distinzione tra donazioni a ONP e donazioni informali, solo l’8% di queste donazioni è transitato da una ONP, mentre in tutti gli altri casi si è trattato di forme di donazione non intermediate dalle organizzazioni, ma che piuttosto si sono rivolte direttamente ai beneficiari, grazie a tutti quegli attori – come la Protezione Civile e gli ospedali, fino ad arrivare ai singoli medici ed infermieri – che nel corso dell’emergenza sanitaria sono emersi come veri e propri fundraiser alternativi.