La salute e gli “healthy habits” nell’anno della pandemia: il sondaggio mondiale

WIN International, l’associazione leader a livello mondiale nella ricerca di mercato e nei sondaggi, ha pubblicato l’Annual WIN World Survey (WWS – 2020) che esplora le opinioni di 29.252 individui tra i cittadini di 34 paesi in tutto il mondo sulla propria salute e stili di vita. Nell’anno della pandemia non sembrano esserci stati cambiamenti rilevanti: il 79% degli individui si considera in salute. Forse è stata proprio la pandemia a fare rivalutare il concetto di salute, per la quale non si intende più solo l’assenza di patologie, ma anche uno stato di benessere, di condizione sociale ed economica favorevole, di abitudini salutari giornaliere e di salute mentale. E in Italia? BVA Doxa, membro italiano e socio fondatore di WIN, rivela le opinioni dei cittadini nel nostro paese che, quando si tratta di valutare la propria salute, si rivela più ottimisti della media europea e globale.  

LA PERCEZIONE DELLA PROPRIA SALUTE – Il 2020 è stato un anno ricco di cambiamenti inaspettati. La crisi economica e sanitaria globale e il conseguente adattamento delle persone a nuovi stili di vita sono stati centrali lo scorso anno. In questo contesto, WIN e BVA Doxa presentano i risultati del WWS sulla percezione degli individui della propria salute e del proprio benessere. Nonostante le conseguenze negative causate dalla pandemia durante il 2020, il 79% della popolazione mondiale si considera in salute[1]. Il risultato coerente con le misurazioni precedenti rivela che le persone in tutto il mondo potrebbero aver iniziato a pensare alla salute come a un insieme di diversi aspetti che vanno oltre lo stato fisico. Se la salute era considerata principalmente come una condizione biologica e fisica, oggi sembrano entrare in gioco altre variabili come il contesto sociale ed economico in cui si cresce, lo stile di vita, il benessere mentale e psicologico.

Tuttavia, nonostante la grande maggioranza si consideri sana, il 20% della popolazione si considera ancora non in salute[2]. I risultati mostrano che gli uomini tendono a considerarsi più sani delle donne e che più alto è il livello di istruzione degli individui più diffusa è la percezione della salute.

Gli intervistati in Africa si considerano tra i più sani (90%) e, nel quadro globale, molto meno colpiti dalla pandemia nel 2020 rispetto ai cittadini di altri continenti come l’Europa e le Americhe. All’opposto, la regione Medio-Orientale ha il più basso tasso di percezione di buona salute osservato (72%). Con un focus sui singoli paesi, si rileva che i cittadini in Indonesia (92%), Corea del Sud (91%) e Pakistan (91%) si considerano più sani dei cittadini di Hong Kong (66%), Finlandia (65%) e Cile (61%), che si trovano in fondo alla classifica.

DORMIRE BENE É SEGNO DI BENESSERE – Dormire bene è necessario per il buon mantenimento del corpo e del funzionamento cognitivo, oltre che per la regolazione emotiva. Il 64%[3] della popolazione mondiale ammette di dormire bene, un tasso addirittura migliore rispetto allo scorso anno (+3%).

Gli uomini tendono a dormire bene più frequentemente delle donne, mentre le persone di età compresa tra 35 e 45 anni, probabilmente perché più coinvolte nella vita lavorativa rispetto ad altre fasce di età, tendono a dormire bene meno spesso. Inoltre, più elevata è la classe sociale di appartenenza, migliore è la qualità del sonno; una tendenza simile è stata osservata nel rapporto tra rendimento scolastico e qualità del sonno.

Mentre pensionati, lavoratori a tempo pieno e lavoratori autonomi sembrano avere una migliore qualità del sonno, le casalinghe sono quelle che dormono peggio. Una possibile spiegazione potrebbe riferirsi alla difficoltà di essere casalinghe in questo specifico contesto portato dalla pandemia. Avere figli a casa per mesi ed essere più spesso responsabili delle loro attività potrebbe aver aumentato lo stress all’interno di questa categoria, provocandone una peggiore qualità del sonno.

L’APAC (Asia Pacifico) e l’Europa sono le regioni i cui cittadini godono della migliore qualità del sonno (69% e 64%, rispettivamente), mentre l’opposto si verifica nella regione MENA (54%). I Territori palestinesi (51%), Messico (49%) e Cile (48%) sono in fondo alla classifica.

NON SI RINUNCIA ALL’ESERCIZIO FISICO – Secondo i risultati, il 39%[4] delle persone nel mondo si è esercitato regolarmente nel 2020, + 2% rispetto ai due anni precedenti. Tuttavia, c’è ancora un alto tasso di persone che fanno poco o nessun esercizio (31%). Nonostante le misure di sicurezza messe in atto, che hanno impedito alle persone di andare in palestra o sui campi da gioco, chi si esercitava già prima si è adattato alle nuove condizioni e ha continuato a fare esercizio fisico. Probabilmente molti altri, vista le limitazioni in termini di spostamenti, hanno iniziato a fare esercizio a casa proprio per le misure di sicurezza adottate.

Le donne si esercitano meno degli uomini e, ancora una volta, le casalinghe sono quelle che fanno meno esercizio tra le altre categorie lavorative. Un risultato positivo è che non sono solo i più giovani (dai 18 ai 34 anni) a fare più esercizio, ma anche le persone di età pari o superiore a 65 anni.

In Africa, Europa e APAC, 4 persone su 10 praticano regolarmente esercizio fisico. I paesi meno attivi sono in America Latina: Perù (26%), Messico (23%) e Cile (20%).

LO STRESS – Nel 2020 il 31%[5] della popolazione ha sofferto regolarmente di stress. Ancora una volta, nonostante il difficile contesto vissuto, la variazione tra i risultati del 2020 e quelli degli anni precedenti è minima. Le donne più giovani, (dai 18 ai 24 anni), le persone a basso reddito, gli studenti, i disoccupati, le casalinghe e i lavoratori part-time sono tra le persone che tendono a soffrire maggiormente di stress. Non sorprende che questi individui rappresentino anche la popolazione più vulnerabile, un risultato che enfatizza la relazione tra vulnerabilità sociale e stress.

Mentre la regione MENA ha i più alti tassi di stress (37%), la regione con il minor tasso di stress è l’APAC (28%). I paesi con individui più stressati sono il Giappone (49%) e la Serbia (49%). I paesi in fondo alla classifica, i meno stressati, sono Vietnam (11%) e Danimarca (13%).

FUMO E ALCOOL – Complessivamente, il 17%[6] della popolazione mondiale fuma regolarmente, mentre il 15% beve alcolici regolarmente. Gli uomini fumano e bevono molto più delle donne (fumo: 22% contro 11% e alcol: 20% contro 11%).

I cittadini nella regione MENA fumano più frequentemente (34%) ma non bevono (solo il 4% lo fa), mentre i cittadini in Africa fumano molto meno (4%). I Territori Palestinesi (36%), Serbia (28%) e Libano (28%) sono i paesi con il maggior numero di fumatori. D’altra parte, Nigeria (4%), Perù (5%) e Paraguay (5%) sono quelli con meno fumatori. In Europa (20%) e APAC (16%) troviamo i bevitori di alcol più ricorrenti e, tra i singoli paesi, Giappone (45%), Irlanda (32%) e Gran Bretagna (30%) hanno le percentuali più alte di bevitori; i Territori palestinesi (1%), Indonesia (3%) e Perù (4%) mostrano i tassi più bassi.

L’EUROPA E L’ITALIA – Più o meno in linea con il risultato globale, il 76% dei cittadini in Europa si considera in salute. In Italia, la quota di coloro che si considerano sani sale ancora, arrivando all’88%, posizionandosi all’ottavo posto nella top ten dei paesi i cui cittadini si considerano sani. Tra i paesi Europei, solo la Francia supera l’Italia, con il 90% della popolazione che si considera in salute.

Il 64% dei cittadini in Europa ammette di godere di un buon sonno, cosa che aiuta sicuramente il benessere generale, e gli Italiani sono in linea con la media del continente: il 61% dice di dormire bene. Tra i Paesi in Europa i cui cittadini dormono meglio troviamo la Croazia (75%), la Finlandia e la Spagna (72%) e la Danimarca (71%). Il 36% degli Italiani fa esercizio fisico regolarmente, posizionandosi con questo risultato ancora una volta nella top ten globale: i paesi europei che si posizionano prima dell’Italia sono la Danimarca (43%), la Germania (40%), e la Francia (36%). Tra le abitudini meno sane troviamo il consumo di alcool e fumo, che in Europa si attesta al 19%: percentuali molto simili in Italia dove i fumatori sono il 19% e i consumatori di alcool il 17%.  Sono invece 32% gli individui in Europa che ammettono di soffrire di stress e 34% in Italia.

VILMA SCARPINO, PRESIDENTE DI WIN INTERNATIONAL E CEO BVA DOXA, ha detto: “Nonostante le difficoltà economiche e sanitarie dello scorso anno, la percezione della salute degli individui non è cambiata in modo significativo rispetto alle misurazioni precedenti. Da un lato, la pandemia COVID19 potrebbe averci reso più sensibili e attenti alla nostra salute, spingendoci a continuare con le buone e sane abitudini o ad avviarne di nuove. Dall’altro, trovarsi di fronte ad una minaccia così grande come il coronavirus, potrebbe averci portato a considerare i piccoli aspetti della vita come più importanti e più significativi nella valutazione della nostra salute generale. Prima della pandemia, le persone avrebbero potuto considerarsi sane in assenza di gravi problemi fisici, mentre quest’anno un individuo sano potrebbe anche essere qualcuno che vive in un benessere che prima avremmo sottovalutato.”

[1] Molto + abbastanza sana

[2] Poco + per niente sana

[3] “Dormo bene”: molto + abbastanza spesso

[4] “Pratico esercizio fisico”: molto + abbastanza spesso

[5] “Soffro di stress”: molto + abbastanza spesso

[6] “Fumo” o “Bevo”: molto + abbastanza spesso

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