Insetti, 4 italiani su 10 sono pronti a mangiarli

Una ricerca Doxa realizzata per Rentokil rivela che il 40% della popolazione dice sì a larve, insetti & co. E 7 italiani su 10 credono che una alimentazione a base di insetti possa avere effetti benefici e nutrienti sul nostro organismo

Potrà mai la patria di lasagne, pizza, pasta al pesto e tiramisù accettare socialmente gli insetti come parte integrante della propria dieta? La questione sembra ancora incredibilmente prematura. Eppure, almeno sul fronte delle intenzioni, parecchi passi avanti sono stati fatti. Lo dimostra una indagine Doxa realizzata per conto di Rentokil secondo cui il novel food sbarcherà sulle nostre tavole portando nuovi alimenti, tra cui insetti e aracnidi come cavallette, grilli, coleotteri, bruchi, scorpioni e così via. Nel dettaglio: oltre il 40% degli italiani ritiene che gli insetti possano essere uno dei cibi del futuro e sono in particolare i giovani tra 18 e i 34 anni a dimostrare maggiore apertura (49%) contro il 63% degli over 55 che pensa che gli insetti non saranno mai accettati come alimenti in Italia. Non solo. Questa disponibilità degli italiani ad accogliere il novel food non è solo teorica, ma si conferma anche nelle intenzioni di assaggio. Infatti, 4 italiani su 10 si dicono pronti ad assaggiarli. Se non altro per curiosità.

Secondo uno studio condotto dalla FAO nel 2013, oltre ad essere ecosostenibile grazie alla facile reperibilità della materia prima, una alimentazione a base di insetti è anche nutriente e ricca di proteine, grassi buoni, calcio, ferro e zinco e in generale più salubre rispetto a quella «tradizionale». L’indagine Doxa per Rentokil indaga anche su questo aspetto chiedendo agli italiani cosa pensano degli effetti per la salute derivanti da questa particolare alimentazione, indipendentemente dal fatto che desiderino o meno assaggiare gli insetti. A sorpresa, 7 italiani su 10 pensano che i cibi a base di insetti possano avere effetti benefici e fornire nutrienti utili al nostro organismo.

Unico neo: secondo il 73% degli italiani la produzione di cibi a base di insetti richiederebbe maggiori attenzioni in termini di sicurezza alimentare e pratiche igieniche, e il 55% è molto preoccupato dal punto di vista sanitario per le pratiche che possano essere utilizzate o meno nella lavorazione degli insetti ad uso alimentare. In attesa di vedere se davvero scatterà questa rivoluzione nel piatto, il Parlamento Europeo ha introdotto già dallo scorso 1° gennaio 2018 nuove regole per la vendita di novel food, insetti compresi. E nonostante le licenze a produrre in Europa tardino ad arrivare sembra proprio che il trend sia irreversibile. Come dimostrano i prezzi sul mercato nero con la farina di grillo a quota 120 euro al chilo.

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