Genitori e Internet: c’è bisogno di “formazione digitale”

Il 30% dei genitori italiani ammette di non avere adeguate competenze sulle tematiche dell’online, in particolare su cyberbullismo, incitazione al suicidio, autolesionismo, hate speech e sextortion. Secondo il 39% dei genitori la scuola dovrebbe essere il punto di riferimento per la formazione digitale, eppure, quasi la metà (il 46%) degli insegnanti non si considera adeguatamente preparato per colmare le lacune informative.

È questo il quadro descritto dall’ultima ricerca Doxa Kids 2020 per Telefono Azzurro, i cui risultati sono stati presentati l’11 febbraio scorso in occasione del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita dalla Commissione Europea.

In una società sempre più connessa fin dalla tenera età, circa la metà dei genitori italiani (il 48%) ritiene che i propri figli siano in grado di utilizzare i social media in maniera consapevole a partire dai 16 anni. Una quota rilevante, il 26%, sostiene invece che questa consapevolezza venga raggiunta molto prima, a soli 13 anni. Il 16%, invece, crede che tale competenza maturi con la maggiore età.

Nonostante i genitori abbiano le idee chiare sull’età della “maturità digitale” dei propri figli, il 45% non verifica i limiti di età per l’accesso alle app.

A rivelarlo è l’ultima ricerca Doxa Kids 2020 per Telefono Azzurro, che ha sondato l’opinione di genitori e insegnanti sul rapporto tra ragazzi e mondo digitale.

COMPETENZE DIGITALI, QUESTE SCONOSCIUTE – Dall’analisi emerge che sui rischi dell’online quali cyberbullismo (24%), bullismo (24%), istigazione al suicidio e all’autolesionismo (19%), hate speech (19%), sextortion (19%), privacy (17%)  e sexting (16%), si sia già avviato un dialogo genitori-figli. Tuttavia, proprio su questi temi, il 30% dei genitori ritiene di non avere sufficienti conoscenze per formare adeguatamente i propri figli.

Tale sensazione è condivisa anche dagli insegnanti, non solo sul piano delle tematiche ma anche nella conoscenza delle procedure di gestione di situazioni di disagio. Il 46% degli insegnanti ritiene infatti di non aver ricevuto un’adeguata formazione sui possibili percorsi di segnalazione di casi di violenza, pericolo e/o pregiudizio. Per sopperire a tale mancanza, i docenti considerano utili diverse opzioni formative e di aggiornamento: corsi in presenza (54%), pacchetti formativi online (37%), siti internet con consigli e risorse (31%), incontri con i genitori (26%). Oltre a questo, 1 insegnante su 5 pensa che una linea telefonica dedicata a questo tipo di problematiche potrebbe essere utile al mondo dei docenti.

LE PAURE DEGLI ADULTI – Ma che cosa desta più timore negli adulti? La ricerca evidenzia come tra le paure principali dei genitori rispetto al digitale ci sia quella che i propri figli incontrino contenuti che esaltino l’anoressia, l’autolesionismo, il suicidio (21%), oppure che siano esposti a contenuti pornografici (18%), o a immagini drammatiche o violente. Le stesse preoccupazioni sono condivise dagli insegnanti: 1 insegnante su 5 teme che i ragazzi possano visualizzare contenuti che inneggiano a pratiche anticonservative, e la stessa proporzione teme che i ragazzi possano essere esposti a contenuti pornografici.

PORNOGRAFIA ONLINE: COME AFFRONTARLA? – Il 58% dei genitori crede che i coetanei dei propri figli fruiscano moderatamente di tali contenuti, ritenuti potenzialmente dannosi. Una percentuale significativa di genitori e insegnanti (rispettivamente il 41% e il 43%) opterebbe per un’azione drastica per rendere più sicura la vita online dei ragazzi: il blocco totale dei siti pornografici e/o violenti.

Inoltre, il 67% degli insegnanti ritiene che la scuola abbia un ruolo centrale nell’affrontare tali argomenti. Tuttavia, solo il 28% è intenzionato a parlarne con gli studenti, in quanto permangono ancora perplessità su come avviare il dialogo.

LA SCUOLA AL CENTRO – In una scuola sempre più digitale, l’aspettativa dei genitori è che quest’ultima insegni ai propri figli come proteggersi dai rischi dell’online (39%) e che gli insegnanti siano più aggiornati sulle tecnologie (22%). Gli insegnanti condividono questo punto di vista (43%) e, nella scuola del futuro, vedono una maggiore attenzione alle innovazioni tecnologiche.

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