Finanza sostenibile: i risparmiatori guardano alla transizione energetica

Dall’indagine del Forum per la Finanza Sostenibile, presentata in apertura delle Settimane SRI, emergono preoccupazione per il contesto attuale ma anche fiducia nella transizione energetica, ritenuta da oltre la metà degli intervistati una trasformazione necessaria con vantaggi e opportunità. La finanza sostenibile riscuote sempre più interesse: il 79% dei risparmiatori conosce gli investimenti sostenibili e il 22% (contro il 18% del 2021) ha sottoscritto prodotti SRI

L’undicesima edizione delle Settimane SRI, la principale rassegna in Italia sulla finanza sostenibile, si è aperta con un approfondimento sugli orientamenti degli investitori retail rispetto a un tema attuale e di grande rilievo internazionale: la transizione energetica. Nel corso del convegno sono stati presentati i risultati della ricerca “Risparmiatori italiani e transizione energetica”, realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa. Lo studio, condotto tra maggio e settembre 2022, ha coinvolto 1.400 risparmiatori che hanno investito nell’ultimo anno almeno €1.000, di cui 510 con almeno €20.000 investiti.

Il 79% degli intervistati conosce o, quantomeno, ha sentito parlare di investimenti sostenibili e il 22% ha già sottoscritto prodotti SRI. Il dato è in crescita rispetto all’edizione 2021 (quando si attestava al 18%), probabilmente per effetto anche di una maggiore proattività degli operatori finanziari: il 47% di chi conosce i prodotti SRI ha ricevuto una proposta di sottoscrizione e il 53% ha ricevuto più informazioni sugli investimenti sostenibili. Infine, i risparmiatori rilevano un aumento della competenza in materia di prodotti SRI tra gli operatori finanziari.

Crisi energetica, inflazione e cambiamento climatico le principali preoccupazioni

  • Gli eventi dell’ultimo anno (l’aumento dei prezzi dell’energia, lo scoppio della guerra in Ucraina e la caduta del governo) hanno aperto una nuova fase di incertezza. Oltre l’80% dei rispondenti si dichiara molto o abbastanza preoccupato per l’aumento dei costi dell’energia e per l’inflazione. Tra le principali sfide da affrontare viene indicata la crisi energetica (62%), seguita dal carovita (48%) e dal cambiamento climatico (33%).

Transizione energetica: conoscenza e percezione

  • Negli ultimi mesi, il tema della transizione energetica è stato spesso presente nei media, ma solo 2 risparmiatori su 10 dichiarano di conoscerlo bene, mentre il 55% degli intervistati afferma di avere una conoscenza superficiale in merito e il 22% ne ha solo sentito parlare.
  • La transizione energetica viene vista da oltre la metà dei rispondenti (51%) come una trasformazione necessaria, i cui vantaggi e opportunità nel medio-lungo termine supereranno di gran lunga i costi nel breve termine. Il 35% dei risparmiatori associa poi al processo di transizione la possibilità di raggiungere l’autosufficienza energetica e un risparmio sulle bollette.
  • Inoltre, circa l’80% del campione concorda sul fatto che la transizione energetica potrà offrire opportunità di investimento e di lavoro, con la creazione di nuove competenze, anche se il 70% è convinto che gli effetti positivi della transizione energetica si vedranno solo in futuro.
  • Tra gli ambiti di intervento prioritari per la transizione energetica i risparmiatori citano soprattutto l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili (fondamentale per il 55% dei rispondenti) e lo sviluppo delle tecnologie collegate sia a queste ultime sia all’efficientamento energetico (rilevanti per 4 rispondenti su 10).

Incertezza e attitudini di investimento

  • Rispetto all’anno precedente, il 2022 è caratterizzato da un maggior disorientamento e da un aumento della sfiducia verso le istituzioni nazionali e internazionali. Nella crescente incertezza dell’ultimo anno, cautela e prudenza sono le parole chiave che continuano a indirizzare le scelte finanziarie.
  • La maggior parte dei risparmiatori predilige investimenti a basso rischio o a rischio moderato, con un orizzonte temporale tendenzialmente più lungo rispetto al 2021. Solo il 4% dei rispondenti si orienta su investimenti a rischio elevato. Percentuale che sale al 9% per chi ha almeno €20.000 investiti.

Crescono le sottoscrizioni di prodotti SRI

  • Oltre il 60% degli intervistati ritiene che i recenti eventi stiano mettendo maggiormente in luce gli investimenti sostenibili. Nel 2022 raggiunge l’87% (contro l’82% del 2021) la quota di risparmiatori che giudicano molto o abbastanza rilevante il ruolo dei temi ESG nelle scelte di investimento. In particolare, il 77% (contro il 72% del 2021) degli intervistati reputa importanti i rischi legati al cambiamento climatico.
  • Cresce la quota di chi ha sottoscritto prodotti SRI, che passa dal 18% del 2021 al 22% del 2022. Probabilmente tale aumento si deve anche a una maggiore proattività degli operatori finanziari: il 47% di chi conosce i prodotti SRI ha ricevuto una proposta di sottoscrizione (+6% rispetto al 2021) e il 53% ha ricevuto più informazioni sugli investimenti sostenibili da parte della propria banca, assicurazione o consulente finanziario (+7% rispetto allo scorso anno). La maggior parte degli intervistati, inoltre, rileva un aumento della competenza in materia di prodotti SRI tra gli operatori finanziari.
  • Il 79% dei risparmiatori conosce o, quantomeno, ha sentito parlare di investimenti sostenibili, in linea con l’anno scorso. Per quanto riguarda il livello di informazione sul tema, il 52% dei risparmiatori giudica carente la copertura mediatica di questi aspetti, mentre il 16% la ritiene adeguata (in aumento rispetto al 12% del 2021).
  • Sale anche la percentuale di chi dichiara di affidarsi al supporto di un consulente, che passa dal 71% del 2021 al 76%. Il dato cresce all’83% tra chi ha almeno €20.000 investiti.

Il commento di Simone Pizzoglio, Partner, Head of BU Finance & Insurance, BVA Doxa: “Gli italiani toccano con mano il cambiamento climatico: 9 su 10 vedono un impatto sulla propria quotidianità e sono preoccupati per le bollette dei prossimi mesi; conoscono obiettivi e contenuti della transizione ecologica e la vedono con fiducia (il 51% la considera necessaria e giudica i vantaggi futuri molto superiori ai costi del breve termine). Le aspettative sono quelle di una presa in carico della transizione da parte delle istituzioni (nazionali, europee e anche delle amministrazioni locali). Questa consapevolezza inizia a riflettersi anche sulle scelte di risparmio: il 64% le ha cambiate, includendo anche le valutazioni sulla sostenibilità dei propri investimenti”.

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