L’ultima indagine di Gallup International Association (GIA) di cui BVA Doxa è partner, racconta le aspettative della popolazione mondiale sull’economia, la tecnologia e le regole ...
Il 74% degli Italiani “non genitori” ha in programma di avere figli nel prossimo futuro, e il 45% lo vorrebbe nei prossimi due anni. Tra le motivazioni: il desiderio di costruire una famiglia. Il Covid? Un disincentivo, ma per una parte minoritaria degli intervistati. Inoltre, le dinamiche e l’equilibro tra figli e carriera preoccupano soprattutto le donne. Queste alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio delle Famiglie Contemporanee, una ricerca condotta da BVA Doxa per Prénatal Retail Group, che indaga sulla propensione alla genitorialità dei 25-40enni
Nel 2020 la natalità nel nostro Paese ha toccato il minimo storico dall’Unità d’Italia. I nuovi nati sono stati 404.104 in calo del 3,8% rispetto al 2019 (fonte ISTAT). BVA Doxa ha indagato per Prénatal Retail Group, con le sue insegne Prénatal, Toys Center e Bimbostore, la propensione alla genitorialità nell’Osservatorio delle Famiglie Contemporanee, coinvolgendo un panel rappresentativo di individui tra i 25-40 anni non genitori, equamente divisi tra uomini e donne e ripartiti a livello geografico (Nord, Centro, Sud e Isole).
IDENTIKIT E SOGNI DI CHI è PROPENSO AD AVERE FIGLI – Il 74% degli attuali “non genitori” ha in progetto di avere figli nel prossimo futuro, il 45% lo vorrebbe nei prossimi 2 anni. A dirlo sono in prevalenza gli intervistati tra i 30 e i 40 anni e attualmente occupati. Una propensione maggiore tra le donne (51%) e i residenti nel Centro Italia (51%). Sollecitato a rispondere sul numero di figli desiderati, il 46% ne vorrebbe 2. Il 26% vorrebbe crescere i propri figli in una città medio-piccola. Il sogno del 38% – di cui il 52% residente nel Sud e Isole – è di vivere al mare. Il 32% degli intervistati pensa che il budget da allocare nei primi tre anni di vita del bambino sia tra i 3.000 € e i 6.000 € all’anno. Pannolini e body care rappresentano la voce di spesa più significativa (36%), seguono cibo e spesa alimentare (32%), mentre crescita e intrattenimento (corsi, ludoteche, giocattoli) pesano per l’1%.
FIGLI Sì, FIGLI NO. LE ASPIRAZIONI PERSONALI – Tra i motivi per cui il 74% degli intervistati dice di volere un figlio sono il desiderio di costruire una famiglia (27%) e il desiderio di maternità/paternità (20%). Le ragioni che invece farebbero propendere il 26% a non volere figli sono l’instabilità economica e lavorativa (18%) e il non avere un partner stabile (14%). Per il 52% degli intervistati i figli rappresentano un arricchimento, la gioia più grande. Il 37% ritiene che avere figli sia importante per il futuro del Paese. Per contro, il 30% sostiene che la mancanza di aiuti concreti alle famiglie sia un deterrente.
L’IMPATTO COVID19 – Per il 54% degli intervistati l’attuale situazione di pandemia da Covid19 rappresenta un disincentivo a fare figli. A dirlo sono soprattutto i residenti nel Nord Ovest (66%) dove la pandemia, soprattutto nella prima ondata, ha avuto un impatto rilevante, e le donne (59%), particolarmente colpite anche a livello occupazionale. L’incertezza generale (66%) e quella socioeconomica (64%) guidano i timori degli intervistati per i quali la paura della situazione sanitaria (52%) è superiore a quella di perdere il lavoro (42%). Il 38% ribadisce che la mancanza di aiuti sui quali fare affidamento rimane un elemento discriminante nella scelta di non fare figli.
In questo quadro, il Covid-19 ha influito sulla scelta di avere o non avere figli solo per il 19% degli intervistati (sia tra chi ne voleva prima e ora non ne vuole più, 7% – sia tra chi prima non ci pensava e ora ne vorrebbe 12%). Il 46% continua a volerne e il 22% rimane convinto che non avrà figli.
IL LAVORO FLESSIBILE Può AIUTARE CHI DESIDERA AVERE UN BAMBINO? – Da più di un anno il lavoro da casa è una realtà per moltissimi italiani. L’impiego strutturale e codificato del lavoro flessibile all’interno delle aziende potrebbe influire sulla propensione a fare figli per l’84% degli intervistati, che è d’accordo con questa affermazione (21% molto, 63% abbastanza), anche se al momento, il 44% ritiene che saranno poche le aziende ad impegnarsi attivamente.
FIGLI: BENE PREZIOSO MA OSTACOLO ALLA CARRIERA PER L’84% DELLE DONNE – I figli rappresentano un ostacolo per la carriera lavorativa, soprattutto delle donne. Ne sono convinte l’84% delle intervistate per le quali un bambino influisce “molto e abbastanza” nel percorso professionale, contro il 28% degli uomini. A tal proposito, se il 36% degli uomini afferma che avere un figlio non è per niente un ostacolo nella vita lavorativa, ben il 54% delle donne è convinto che per il sesso maschile un figlio non abbia nessun impatto sul lavoro.