L’abitudine al fumo non è variata rispetto alla fotografia scattata nel 2017; c’è un picco di consumo tra i giovanissimi e l’intenzione di smettere di fumare si è dimezzata. Questi alcuni dei dati rilevati da BVA Doxa nella ricerca “Il fumo a Milano e Monza” condotta per LILT, la Lega Italiana per la lotta contro i tumori che, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2021, rilancia la sua missione contro il tabagismo.
Per la Lega italiana per la lotta contro i tumori Milano Monza Brianza, la Giornata mondiale senza tabacco è ormai l’occasione per fare il punto sull’abitudine al fumo e per rilanciare la sua lotta contro il tabagismo, in sintonia col tema proposto dall’Organizzazione mondiale della sanità “Commit to quit – Io smetto”. La nuova edizione della ricerca “Il fumo a Milano e Monza”, affidata all’Istituto BVA Doxa, ha rilevato che l’abitudine al fumo è invariata rispetto alla fotografia scattata nel 2017: 19% di fumatori attuali, 25% di ex e 56% mai stati fumatori.
IL CONSUMO DI SIGARETTE – Sale il consumo medio giornaliero, che a Milano passa da 9,9 a 11,3 (Monza-Brianza 10,9) con un picco di 15,2 sulla fascia dei giovani di 15-24 anni, e si dimezza l’intenzione di smettere di fumare, dal 23 al 12%, percentuale che scende al 6% nella provincia di Monza Brianza.
In leggero aumento coloro che hanno provato la sigaretta elettronica (da 11 a 14%, 16% a Monza-Brianza), mentre l’uso rimane confinato all’1-2%, come nel 2017. Le sigarette a tabacco riscaldato come Iquos e Glo sono state provate dal 12-14% e usate non meno della sigaretta elettronica (2%).
MISURE PER COMBATTERE IL FUMO – Rispetto a quattro anni fa, sono cresciute sensibilità e consapevolezza sulle misure per combattere il fumo, soprattutto fra i giovani. Le principali sono l’aumento di controlli e sanzioni sui tabaccai che vendono ai minori (passato da 28 a 51%), le campagne antifumo (da 46 a 49%), l’aumento del prezzo delle sigarette (da 23 a 32%) e l’eliminazione dei distributori automatici (raddoppiata, da 14 a 28%).
Sui divieti di fumare nelle aree giochi di parchi e giardini e negli stadi, ora che sono diventati effettivi, i favorevoli continuano a prevalere nettamente sui contrari (circa 80-20, sia a Milano che a Monza-Brianza) ma in misura inferiore rispetto al 2017, quando tali divieti erano solo delle proposte. I favorevoli prevalgono anche sul divieto di fumare in auto (anche non in presenza di minori) ma in minor misura rispetto a quanto visto per gli altri divieti (circa 2 su 3).
Il favore ai divieti riguarda anche la sigaretta elettronica che i cittadini vorrebbero vedere vietata anche in molti altri luoghi, chiusi e aperti.
“Milanesi e monzesi si dimostrano nettamente favorevoli ai divieti di fumo presso aree giochi e stadi – commenta Paolo Colombo, il ricercatore Doxa che ha curato l’indagine per LILT – e, seppur in misura inferiore, anche al divieto di fumare in auto, pur senza la presenza di minori. Ipotizzando l’estensione dei divieti in molti altri luoghi, i cittadini di Milano e Monza Brianza sembrano pronti a delle città senza fumo: sono di gran lunga favorevoli a vietare il fumo in tutti i luoghi pubblici e lo stesso quadro di generale favore ai divieti si riscontra anche parlando di sigaretta elettronica, che i cittadini vorrebbero veder vietata in molti altri luoghi, anche aperti, come le aree esterne di ristoranti/bar, scuole, ospedali e luoghi di lavoro”.
“L’aumento del consumo giornaliero di sigarette tra i giovani e il dimezzamento dell’intenzione di smettere di fumare non sono buone notizie – osserva Marco Alloisio, presidente di LILT Milano Monza Brianza e responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia toracica in Humanitas -. In Italia contiamo 10 milioni di fumatori e 93 mila inutili morti a causa della sigaretta. L’alibi della pandemia non regge più per chi insiste a nuocere alla salute propria e degli alti. Per LILT, anzi, è stato un incentivo a rendere il messaggio ancora più capillare nelle scuole e nei luoghi di lavoro grazie agli strumenti di comunicazione digitale”.
Favorevoli alle città senza fumo sì, ma con un entusiasmo inferiore a quello rilevato nella precedente ricerca BVA Doxa e con maggiore attenzione a tenersi cari i propri spazi privati. Un sentiment registrato sia a Milano sia a Monza, che dimostra l’insofferenza per le restrizioni dopo la pandemia.
Commenta Silvano Gallus, Direttore del Laboratorio di epidemiologia degli stili di vita – Istituto Mario Negri: “Mentre la letteratura scientifica mostra risultati contrastanti riguardo al ruolo del fumo sull’infezione da coronavirus, esiste una acclarata evidenza di un eccesso di rischio del 30-50% di mortalità per COVID e di una progressione severa della malattia per i fumatori rispetto a coloro che non fumano. Ne consegue che il voler prevenire gravi complicazioni per COVID risulta l’ennesimo motivo per raccomandare l’astensione e la cessazione dal fumo.”