In Italia sono 13,4 milioni gli over 65 (si stima sfioreranno i 22 milioni nel 2050) e 5,2 milioni i ragazzi in età compresa tra i 7 e i 15 anni. Nel complesso quasi 19 milioni di persone che si affidano alla cosiddetta sandwich generation, quella fetta di popolazione che nel pieno dell’attività lavorativa deve occuparsi anche dei propri figli e di genitori o parenti che sempre più richiedono supporto nella vita di tutti i giorni. Secondo una recente indagine multiscopo dell’ISTAT si tratta di oltre 15 milioni di individui, principalmente donne, in età compresa tra 45 e 55 anni.
Per rispondere alle loro esigenze, Easy Life ha realizzato famil.care, un’innovativa piattaforma digitale che permette al care giver (letteralmente la persona che dona cura e affetto) di proteggere i propri cari anche a distanza, accompagnandoli nella quotidianità e assistendoli nell’emergenza.
Al fine di affinare i servizi sviluppati per famil.care, Easy Life ha commissionato una ricerca a Doxa per approfondire i bisogni e i timori della sandwich generation e per comprendere la relazione con la tecnologia, smartphone in primis, quale possibile facilitatore di un processo di comunicazione e informazione.
La ricerca, realizzata con metodologia CAWI, si è concentrata su un campione composto per metà da chi ha almeno un junior (7-15 anni) e per l’altra metà da chi ha almeno un senior, ed è stata replicata in Francia, Inghilterra e Germania per identificare le peculiarità di ogni cultura e i tratti comuni di approccio.
Per i genitori italiani lo smartphone in mano ai figli rappresenta un elemento di rassicurazione più che una fonte di preoccupazione, una tendenza comune anche agli altri paesi analizzati. “Nel confronto internazionale“, ha aggiunto Cristina Liverani, research manager di Doxa, “l’Italia è però il Paese in cui i timori sono più elevati, principalmente per quello che si può trovare online o perché diventi una distrazione dallo studio. Ne consegue una maggiore presenza di limitazioni messe in campo da 1 genitore su 2 in Italia, cui si contrappongono i tedeschi che mostrano comportamenti restrittivi in 1 famiglia su 3“.
Per quanto riguarda i senior, è la mamma (51% dei casi) la persona di cui ci si prende più cura, seguita dal padre (27%) e dai suoceri. Un contatto costante, di persona (35% tutti i giorni) o al telefono (69% tutti i giorni), per una persona che in 3 casi su 4 vive a meno di 10 minuti di distanza. Soprattutto italiana è la prassi del contatto giornaliero (il 69% rispetto a circa il 40% di media degli altri paesi).